Operazione Praying Mantis

Operazione Praying Mantis
parte della guerra Iran-Iraq
La fregata iraniana Sahand in fiamme durante i combattimenti del 18 aprile 1988
Data18 aprile 1988
LuogoGolfo Persico
EsitoVittoria statunitense
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
1 portaerei
1 nave da sbarco
1 incrociatore
4 cacciatorpediniere
3 fregate
2 fregate
1 cannoniera
almeno 6 motoscafi Boghammar
Perdite
un elicottero precipitato
2 morti
1 fregata, 1 cannoniera e almeno 3 motoscafi affondati
1 fregata gravemente danneggiata
1 aereo danneggiato
60 morti
100 feriti
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Operazione Praying Mantismantide religiosa») fu il nome in codice di un'azione bellica sostenuta il 18 aprile 1988 nell'area del Golfo Persico da forze aeree e navali della United States Navy ai danni di installazioni petrolifere e unità militari dell'Iran, parallelamente ai più vasti eventi della guerra Iran-Iraq.

Incominciata come attacco in rappresaglia in risposta al danneggiamento, nei giorni precedenti, di una nave statunitense causato da una mina navale posata nel Golfo dalla Marina iraniana, l'operazione si trasformò rapidamente nel maggior scontro tra navi di superficie combattuto dagli Stati Uniti d'America nel periodo successivo alla seconda guerra mondiale[1]: nel corso di più azioni successive, navi e aerei statunitensi distrussero due piattaforme petrolifere iraniane e affondarono o danneggiarono svariate unità navali della Marina iraniana, subendo di converso perdite minime.

Lo scontro, unitamente all'abbattimento da parte statunitense il 3 luglio 1988 del volo Iran Air 655, fu poi importante nel convincere la dirigenza iraniana a cessare le sanguinose ostilità con l'Iraq.

  1. ^ Love, Robert William. History of the U.S. Navy. Harrisburg: Stackpole Books, 1992. ISBN 0-8117-1863-8 p. 787

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